Gli assenti erano tanti. Su tutti Nikola Jokic, indiscutibilmente. Eppure la Serbia ha tirato fuori gli artigli proprio quando è finita sotto pressione. Un classico dei balcanici, che dopo un girone iniziale dominato senza mai finire sulla graticola (nettissimi 105-63 con la Cina, 94-77 con Portorico e 115-83 col Sud Sudan) ha traballato con l'Italia. Anzi, ci ha perso: 78-76 nonostante un vantaggio di +16 nel terzo quarto (60-44).
L'ANALISI
Dopo il Mondiale di basket: i numeri di una Serbia super anche senza Jokic

MANILA, PHILIPPINES - SEPTEMBER 10: Head coach Svetislav Pesic (L) and Bogdan Bogdanovic #7 of Serbia argue a call with a referee in the fourth quarter during the FIBA Basketball World Cup Final against Germany at Mall of Asia Arena on September 10, 2023 in Manila, Philippines. (Photo by Yong Teck Lim/Getty Images)
Qua è venuta fuori la forza dei serbi. Sì, non c'era Jokic, ma il team di coach Pesic si è ricordato dei propri valori collettivi più che singoli. La triste vicenda di Boris Simanic (che ha perso un rene dopo il durissimo scontro di gioco contro Nuni Omot, del Sud Sudan) ha ulteriormente compattato il gruppo. E allora ecco il nettissimo 112-79 contro la Dominicana nel dentro o fuori della seconda fase. Sono emerse le doti di Bogdan Bogdanovic (20 punti, 5 assist) e di un enorme Milutinov da 16 punti.
Nelle gare a eliminazione diretta è emersa poi la forza difensiva dei serbi. Solo 68 punti concessi ai forti lituani nei quarti, gara risolta dai 21 punti di Bogdanovic MVP, ma anche dalla crescita di Guduric e Jovic, sempre più al centro della nazionale. E tanta solidità anche col Canada (95-86 in semifinale): gara ancora dominata da Bogdanovic, poi contenuto nella finale coi tedeschi, dall'epilogo triste. Ma il percorso della Serbia dà l'impressione di poter proseguire a lungo.
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