All’Uruguay di Bielsa servirà tempo per decollare: l’analisi della nuova Celeste

Servirà tempo, a Marcelo Bielsa, perché la missione appare non facilissima. Ma il Loco di giovani e bel calcio si intende, da buon maestro. Ecco perché la sfida con l'Uruguay appare affascinante come poche altre: rinnovare, rivoluzionare, mettere un punto all'epoca di Oscar Washington Tabarez e ricominciare con i giovani di belle speranze. Più qualche punto fermo, ovviamente.

Il progetto del Loco è iniziato con una vittoria: netto 3-1 al Cile nella prima giornata delle qualificazioni al prossimo Mondiale, prima dello stop in Ecuador (1-2 in rimonta). Al centro delle idee di Bielsa non ci sono più Cavani e Suarez, né Muslera e neanche Gimenez. Spazio ai giovani: quello con più esperienza è Sergio Rochet, il portiere, 30 anni. Poi sono tutti Under 30, e molti li conosciamo anche in Italia: Vina (Sassuolo, ex Roma) viene adattato a fare il centrale, e Nandez (Cagliari) fa il terzino destro. Qualche scommessa, come Canobbio e il classe 2000 Araujo, che gioca da esterno alto mancino.

Poi i nuovi senatori. Il ciclo di Bielsa non può prescindere da Fede Valverde, classe '98, pilastro del presente e del futuro del Real Madrid. E soprattutto da Darwin Nunez, che ha un anno in meno e quest'anno è atteso dalla consacrazione al Liverpool: nel 2022-23 ha segnato 9 gol in Premier, quest'anno in casa Reds ne aspettano almeno il doppio. Ci sono poi le scommesse già vinte, come Manuel Ugarte, play classe 2001 già al centro del progetto Paris Saint Germain. E quelle che verranno: Pellistri, dello United, o il classe 2000 Facundo Torres che gioca negli Stati Uniti. Bielsa ha appena cominciato, gli servirà tempo. Ma entro nove mesi, quando comincerà la Copa America, i suoi saranno pronti.

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