IL FOCUS

Conference League, occhio all’Olympiakos: focus sulla formazione greca

Conference League, occhio all’Olympiakos: focus sulla formazione greca - immagine 1
I biancorossi giocheranno la finale in casa: ecco i pericoli dai quali deve guardarsi la Fiorentina per alzare la Conference
Lorenzo Topello

La finale più probabile di Conference League sembrava Aston Villa-Fiorentina. E invece ecco spuntare all'improvviso l'Olympiakos: i greci hanno eliminato i favoriti inglesi dopo aver messo a referto anche l'estromissione del Fenerbahce ai calci di rigore ai quarti di finale. Ma soprattutto disputeranno la finalissima in casa, ad Atene. Una motivazione enorme per spingere i biancorossi del Pireo a credere nell'impresa.

Per rimanere sempre aggiornato sulle notizie di calcio: clicca qui.

La stella

—  

Difficile non citare Ayoub El Kaabi. Di questi tempi, se girovaga un pallone dentro l’area finisce tra i suoi piedi come verso una calamita: 17 gol nelle 25 sfide di campionato greco, a cui vanno aggiunte ben 15 reti divise equamente fra la fase a gironi di Europa League e questi esaltanti match di Conference League. Non male, per uno che l’anno scorso era finito in Qatar, all’Al Sadd. Il marocchino sta provando a riprendersi, in biancorosso, ciò che ha perso un mese fa in Costa d’Avorio, durante la Coppa d’Africa giocata con la propria nazionale: fiducia, minuti, gol. Pare esserci pienamente riuscito.

Come gioca (4-2-3-1)

—  

Tzolakis; Rodinei, Ntoi, Carmo, Ortega; Hezze, Chiquinho; Podence, Jovetic, Fortounis; El Kaabi. All.: Mendilibar.

Il tecnico

—  

Se c’è uno che sa come si vince in Europa, lo ha preso l’Olympiakos. Josè Luis Mendilibar è arrivato ad Atene un paio di settimane fa al posto dell’esonerato Carlos Carvalhal. Lo scorso anno ha trionfato in Europa League alla guida del Siviglia, nella finale di Budapest infausta per la Roma di Mou. Ha sostanzialmente confermato il blocco difensivo del predecessore dando poi libertà di manovra dalla mediana in su: non solo El Kaabi, ma anche la folta colonia portoghese Podence, Horta e Chiquinho, oltre all’usato sicuro Fortounis e l’asso nella manica, il grande ex viola Jovetic.

Il cammino in Coppa

—  

La stagione dei greci era iniziata in Europa League. Il girone però si era fatto tostissimo, vista la presenza di West Ham e Friburgo oltre alla matricola Backa Topola. I biancorossi si erano anche presentati bene raccogliendo 4 punti al giro di boa, ma decisive per la loro eliminazione sono state le due sconfitte in trasferta contro le avversarie più quotate, fra cui spicca, in negativo, lo 0-5 rimediato a Friburgo a fine novembre. Si trattava di uno dei momenti più delicati della gestione Carvalhal, che ha poi pagato con l’esonero il rendimento flop sia in patria che in Europa. Ai playoff l’Olympiakos ha liquidato con un doppio 1-0 gli ungheresi del Ferencvaros: il match di andata ha segnato l’esordio di Mendilibar sulla panchina biancorossa. Agli ottavi altra sfida col brivido: rovescio 1-4 in casa col Maccabi Tel Aviv, poi clamorosa rimonta per 6-1 al ritorno. Da romanzo thriller i quarti col Fenerbahce: i biancorossi passano 3-2 al Pireo (ma erano sopra 3-0). Al ritorno a Istanbul perdono 0-1, si va ai rigori e i greci conquistano le semifinali, superate in scioltezza contro l'Aston Villa.