L'ANALISI

Daniele De Rossi è davvero l’allenatore giusto per la Roma?

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I numeri di De Rossi da allenatore: 3 sole vittorie fra Serie B e Coppa Italia con la Spal. Ora raccoglie un testimone pesante
Lorenzo Topello

Daniele De Rossi è pronto a raccogliere il testimone di José Mourinho. Sarà lui il nuovo allenatore della Roma dopo l'esonero del portoghese che ha lasciato sorpresa la sponda giallorossa della Capitale. I Friedkin ripartono da un simbolo come DDR, che da giocatore ha collezionato 616 presenze e 63 gol in tutte le competizioni con la maglia giallorossa. Può essere l'allenatore giusto?

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Il momento storico è assai complicato. In molti non concordano con l'esonero dello Special One e la sensazione è che i Friedkin abbiano scelto di affidarsi a De Rossi anche per riportare garanzie alla piazza. Un simbolo come Daniele significa romanità ai massimi livelli. Ma servono anche punti per raggiungere l'obiettivo Champions e continuità per provare ad arrivare di nuovo in fondo all'Europa League. De Rossi è alla seconda esperienza da capo allenatore dopo quella con la Spal dello scorso anno.

Numeri non incoraggianti

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L'avventura di De Rossi in Emilia è cominciata a ottobre 2022. Dopo l'esperienza vincente come assistente di Mancini all'Europeo 2021, l'ex centrocampista ha accettato la prima chance da capo allenatore coi biancazzurri in difficoltà di classifica. Ha scelto di sedersi sulla panchina estense per il post-Venturato. Il debutto non è dispiaciuto: prima lo 0-0 col Cittadella, poi il roboante 5-0 sul Cosenza. Un solo gol incassato nelle prime 4 partite, considerando i due successivi pari con Sudtirol (1-1) e Ternana (0-0). Poi i numeri si sono fatti sempre più preoccupanti: ko contro Benevento, Brescia e Modena. La seconda vittoria è arrivata dopo quasi due mesi dal 5-0 al Cosenza: espugnato il Tardini di Parma, poteva rappresentare un nuovo inizio per la Spal. E invece De Rossi, nonostante un mercato di gennaio che gli ha portato, fra gli altri, Radja Nainggolan, non ha più ritrovato il passo vincente: una vittoria a Reggio Calabria a metà gennaio, poi un solo punto raccolto nel mese successivo. Fino all'esonero, arrivato il 14 febbraio. In 4 mesi, il tecnico ha vinto 3 partite, raccogliendo 15 punti su 16 gare. A fine anno gli estensi sono retrocessi.

E a Roma?

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Certo, nella Capitale la situazione potrebbe cambiare. L'esperienza da giocatore del Boca potrebbe aiutare De Rossi a potenziare le qualità degli argentini Paredes (per ora assai discontinuo) e Dybala (condizionato come sempre dagli infortuni). Potrebbe riproporre il 3-5-2 di Ferrara che è anche il modulo usato da Mou, cercherà di esaltare le qualità di Lukaku. L'esperienza da assistente di Mancini gli permetterà di lavorare con un occhio di riguardo agli azzurri come Spinazzola, Cristante, Pellegrini, Belotti, ma anche Mancini ed El Shaarawy: non stupirebbe quindi vedere una Roma più "italiana". Come il suo nuovo allenatore, che ha necessità di migliorare statistiche personali per ora assai negative.

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