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Us Open- E se la mina vagante del torneo fosse Long John Isner?

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A 38 anni l'americano gioca in casa l'ultimo Slam della carriera: il servizio è ancora una certezza, il tabellone potrebbe sorridere
Lorenzo Topello

La carta di identità dice 38 anni. Ma in fondo, a chi interessa? Long John Isner è all'ultimo ballo della carriera e ha scelto la superficie del cemento per fare all-in, quella che conosce meglio. Nonché il suo giardino di casa, dal momento che è il beniamino dei connazionali americani. A Flushing Meadows ha debuttato con un netto 3-0 (6-4 6-3 7-6) contro l'argentino Diaz Acosta e sogna di regalarsi l'ultima grande emozione della carriera.

Il servizio, arma principale dell'americano, regge ancora: 11 ace contro l'argentino. Certo, siamo lontani dai tempi in cui ne metteva a segno almeno il doppio (contro Sinner, un anno e mezzo, ne mise a referto 24), ma l'americano resta un servitore formidabile: nel 2022 è divenuto il primatista mondiale di ace toccando quota 13.729. E ora può giocarsi le proprie carte contro Mmoh, connazionale che ha eliminato a sorpresa la testa di serie numero 11 Khachanov.

Isner, con un servizio così, ha dalla sua la capacità di concedere raramente il break: ha mostrato questa tendenza anche contro Diaz Acosta al primo turno. Se dovesse battere Mmoh e prendere ulteriore fiducia, potrebbe trovare campo in una parte di tabellone non impossibile: giocherebbe infatti contro il vincente di Draper-Hurcacz. Chi ha detto che a 38 anni non si possa ancora sognare di vestire i panni della mina vagante?

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