L'ANALISI

Premier League, ecco Manchester City-Arsenal: quella volta che Adebayor…

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La sfida che può valere il titolo in Inghilterra si gioca in casa di Guardiola: ecco com'è andata negli ultimi incroci
Lorenzo Topello

Manchester City-Arsenal può valere un pezzo di Premier League. Vicinissime in campionato, dove le separa un solo punto, le due corazzate si danno battaglia nella sfida che potrebbe davvero determinare la direzione che prenderà il titolo in Inghilterra. Un titolo che in casa dell'Arsenal manca da vent'anni esatti, da quando cioè la macchina perfetta di Arsene Wenger fu capace di aggiudicarselo senza perdere neanche una gara di campionato. Il City, invece, se dovesse trionfare anche quest'anno (e sarebbe la quarta stagione di fila con la Premier alzata al cielo di Manchester) centrerebbe il decimo trionfo.

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Negli ultimi anni, quando l'Arsenal ha incrociato il Manchester City sulla sua strada, ha spesso sofferto. Solo a ottobre scorso Arteta è finalmente riuscito a sconfiggere Guardiola in Premier League: 1-0, gol di Martinelli. In campionato, un'affermazione dei Gunners non si registrava addirittura dal dicembre 2015, quando a piegare il City furono Walcott e Giroud. Poi 8 anni e mezzo di vittorie della squadra di Manchester, intervallate da un pareggio e due sorrisoni dell'Arsenal in Fa Cup. Altro precedente curioso: i londinesi hanno impedito a Guardiola, lo scorso agosto, di centrare il Sextete (i sei trofei vinti nello stesso anno solare). Merito dell'impresa ai rigori in Community Shield, unico trofeo mancato dal City cannibale versione 2023.

Uno dei precedenti più curiosi riguarda però ciò che avvenne al City of Manchester Stadium il 12 settembre 2009. Protagonista? Il centravanti del Manchester (ed ex Gunners) Emmanuel Adebayor. Il togolese segnò il gol del 3-2 all'80' con cui il City completò la rimonta e poi si lanciò in una folle corsa di oltre 100 metri per andare ad esultare sotto il settore ospite. Fu la sua speciale vendetta dopo essere stato costretto alla cessione da Wenger che nel suo Arsenal non aveva più spazio per lui.

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